Seabrook ha ragione quando dice che il ritmo del marketing è già memorizzato nei circuiti di molti giovani artisti; sbaglia invece quando presume che questo termometro interno per le vendite verrà usato solo per raggiungere fama e successo nell’industria della cultura. Carly Stasko dice che gli artisti che, come lei sono cresciuti in mezzo alla pubblicità, sono talmente in sintonia con il ritmo del marketing che non appena leggono e sentono un nuovo slogan iniziano a lanciarlo in aria come una moneta e a giocherellarci nelle loro menti. L’artista, secondo la Stasko, dà quindi ascolto al jammer più che al venditore interno e ogni campagna pubblicitaria è un nuovo rompicapo che aspetta solo di essere manipolato e contraffatto nel modo giusto. (pag.266)